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Progetto: Der Blitz 2014
Michele Parisi. Dalla finestra entrava il mattino
A cura di Denis Isaia, Federico Mazzonelli
MAG Riva del Garda, Museo
Fino al 2 novembre 2014
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Michele Parisi, Dalla finestra entrava il mattino, particolare

In collaborazione con Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

Il giovane artista di Riva del Garda interverrà con un suo lavoro all'interno della Pinacoteca del Museo di Riva del Garda, andando a innescare un dialogo con le opere storiche della collezione del MAG attraverso gli strumenti del linguaggio contemporaneo.
«Nella ricerca di Michele Parisi – spiega il curatore Federico Mazzonelli – fotografia e pratica pittorica danno vita a un atlante di immagini sospese nelle quali lo spazio della realtà, con le sue forme, i suoi profili, i suoi volumi, viene calato in una dimensione narrativa “orizzontale”, come sottratta alla dimensione del tempo, immersa nell’evanescente concretezza della luce e dei pigmenti. Il titolo dell’intervento presentato presso il Museo di Riva del Garda, Dalla finestra entrava il mattino, si rivolge proprio al momento dell’ideazione e della creazione di un’immagine catturata e dipinta mediante la luce lungo la superficie di una lastra. La tecnica utilizzata è infatti una trasposizione fotografica mediante gelatine fotosensibili su carta velina che l’artista successivamente rielabora manualmente attraverso l’utilizzo di pigmenti naturali. Operazione alchemica, delicata epifania, grazie alla quale l’apparecchio fotografico non rileva semplicemente la natura formale dei luoghi che ci circondano, ma li indaga e li ricrea in quanto sistemi di segni, di visioni, di immagini significanti. L’intervento si inserisce nella sezione del Museo dedicata al paesaggio sette/ottocentesco, dove le vedute dell’acqua sono molteplici e dove essa diviene l’elemento attorno al quale si organizza la composizione di molti dipinti. L’artista presenta, occupando una sala del percorso espositivo permanente, una serie di lavori nei quali le acque del Garda sono trasposte in immagine secondo diverse scansioni temporali, trasformandosi così in paesaggi al limite dell’astrazione, immersi  in una sorta di densa oscurità, attraversata e resa mobile, quasi fosse “respirata”, da una luce che il pigmento pittorico trattiene e lascia progressivamente filtrare verso l’esterno».

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