
Serse
Serse (San Polo del Piave, 1952) utilizza la grafite per raccontare la natura in ogni suo minimo aspetto, nei suoi lavori ogni dettaglio è portato al limite estremo fino quasi a non distinguere la visibilità, bianco e nero si caricano di significati metaforici, divengono paesaggi astratti e infiniti.
“Attraversando con lo sguardo i lavori di Serse – ci dice la direttrice della Galleria Civica Giovanna Nicoletti – si è catapultati in un mondo naturale che affiora come grande, immenso universo. Nelle sue immagini ci si perde. Sono parti di luoghi nei quali è possibile smarrirsi, in continua possibilità di mutamento. Così sono le nuvole, vaporose e mutevoli, così le acque, attraversate dalle onde che ne disegnano le increspature fino a tracciarne spirali che, dall’effetto di complicati vortici, fanno affiorare parti di natura, da canneti a cortecce di tronchi”.
Lo sguardo dell’artista si concentra, di volta in volta, sulle montagne, sugli astratti naturali, sull’acqua, sulle nuvole che divengono estensione verso l’infinito, l’indeterminato: “Serse più della geologia delle rocce, insegue la vaporosità del cielo per raccogliere in questo lo sguardo – prosegue la curatrice Nicoletti – La nuvola procede dal cielo e diventa neve, abbraccia la montagna e scende fino a mescolarsi con la terra. Lo sguardo contemporaneo fissa l’abisso e per vincerne la forza magnetica copre la tela, la veste con la grafite; nuvole, gocce d’acqua, vette nevose, arbusti, sono gli abiti”.
A cura di Giovanna Nicoletti