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Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce
MAG Riva del Garda, Museo
Fino al 28 febbraio 2010
Una ventina di opere per rivivere la tensione verso la luce della pittura di fine Ottocento: è la proposta che il Dipartimento del Contemporaneo del Mag - Museo dell'Alto Garda - affianca alla mostra dedicata a Leonardo Bistolfi, I monumenti per Giovanni Segantini, che ad Arco celebra i cento anni dall’inaugurazione del monumento bistolfiano. Una suggestione per inquadrare l'opera segantiniana nelle tensioni del suo tempo. L'inaugurazione è domenica 29 novembre, la mostra prosegue fino al 28 febbraio 2010.
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Carlo Fornara

È il 1863, in particolare, a segnare una svolta importante: in Francia opere-svolta di artisti come Edouard Manet e Alexandre Cabanel s'interrogano sulle possibilità espressive del linguaggio artistico, in un momento storico di rapida trasformazione, in cui la fotografia - con la sua sensazionale capacità di rendere la verità del dettaglio - spinge la ricerca verso il colore. È così che alla fine del secolo gli artisti si fanno attenti protagonisti d'una rinnovata percezione, e la pittura di paesaggio diventa il mezzo privilegiato per lo studio del vero e della luce.

Il percorso proposto dal Mag è una delle possibili letture attraverso i segni affascinati dalla cultura d’oltralpe mediata dalle ricerche italiane, in particolare quelle legate alle vicende della complessa stagione tra impressionismo e divisionismo: Carlo Fornara, Enrico Cavalli, Lorenzo Peretti junior, Emilio Longoni, Giovanni Battista Ciolina, Bernardino Peretti e Giuseppe Pellizza da Volpedo testimoniano d'un momento in cui l’idea di natura e quindi di luce si sta affermando in un'arte nuova, di rottura con il passato.

Specialmente per gli artisti italiani che si trovano a operare in terre di confine, infatti, le storie «straniere» s'intrecciano con le loro: il sentimento di sperimentazione e il desiderio di approfondire il proprio percorso culturale portano necessariamente e con un moto d'urgenza a guardare oltre confine. Conquistati dalla ricerca della luce in alta montagna, sulla scia del lavoro di Giovanni Segantini, gli artisti attraverso la tecnica del divisionismo mettono in luce l’esperienza delle loro escursioni nei paesaggi delle terre di confine, dove molto spesso la composizione è costruita sugli impianti segantiniani.

A cura di Giovanna Nicoletti

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