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Futuro Presente approda nell'Alto Garda, grazie alla nuova collaborazione con il MAG
Cinema, letteratura, urbanistica, suoni, fotografia
MAG Riva del Garda, Museo / Arco, Galleria Civica G. Segantini
Fino al 30 giugno 2013
Da quest'anno, il laboratorio permanente sui linguaggi contemporanei Futuro Presente di Rovereto ha dato il via a una preziosa sinergia con il MAG, per cui una serie di appuntamenti del festival avranno luogo nelle due sedi del Museo Alto Garda.
Tema di questa edizione di Futuro Presente sarà "Il paesaggio in movimento".
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Futuro Presente

PROGRAMMA
www.festivalfuturopresente.it
Ingresso libero a tutti gli appuntamenti

Patience (After Sebald), di Grant Gee GB 2012, 90’
Proiezione del film Patience (After Sebald), di Grant Gee GB 2012, 90’

Gio 13 giu / 2013 / h 21.00
Riva del Garda | Museo

Dopo due importanti documentari dedicati ai Joy Division e ai Radiohead, il film-maker britannico Grant Gee ha scelto di raccontare il mondo dello scrittore tedesco Winfried Georg Sebald, scomparso prematuramente una decina di anni fa. Ne è nato un saggio per immagini che ripercorre, vent'anni dopo, i luoghi narrati da Sebald in uno dei suoi lavori più noti, Gli anelli di Saturno. Un flusso di immagini difficilmente catalogabili, proprio come lo sono i libri dell'intellettuale tedesco: saggi, romanzi non fiction, digressioni tra letteratura di viaggio e autobiografia. A metà tra documentario e video arte, Patience (After Sebald) sembra della stessa materia di cui sono fatte certe ossessioni. Un viaggio di grande fascino in cui, come si conviene, il cammino conta più della meta da raggiungere.

 

Alberi - tra paesaggio e figura
Incontro con Michelangelo Frammartino e Michael Jakob

Mar 18 giu / 2013 / h 21.00
Arco | Galleria Civica G. Segantini

Molti anni fa nel paese di Satriano di Lucania alcuni uomini usavano ricoprirsi d’edera fino a diventare irriconoscibili, erano i romiti, uomini – albero, espressione di un antico culto arboreo, risalente al Medioevo. Camminavano con un bastone, al quale era legato un ramo di pungitopo o di ginestra e bussavano alle porte delle case per ricevere l'elemosina. Con il tempo il romito è diventato una maschera tra le tante, lentamente dimenticata dalle nuove generazioni. Michelangelo Frammartino presenterà estratti da Alberi, una cine-installazione che gioca con il passato e con il presente. Attraverso la macchina da presa, trasforma in realtà qualcosa che era sprofondato nella dimensione non materiale della memoria. Dal passato al presente, dalla finzione alla realtà, dall’invisibile al visibile, dalla memoria al cinema, Alberi rompe la dimensione del tempo, dando vita a un ciclo infinito.


Michelangelo Frammartino nasce a Milano nel 1968. Nel 1991 si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, contesto in cui matura l’interesse per la relazione fra gli spazi concreti e costruiti dell’abitare e la presenza dell’immagine fotografica, cinematografica o video. Nel 1997 si diploma in regia alla Civica Scuola del Cinema e continua autonomamente il proprio percorso di sperimentazione sull’immagine. Dal 2005 insegna Istituzioni di regia all’Università degli Studi di Bergamo. Tra le sue produzioni: Io non posso entrare, 2002 (vincitore Festival di Bellaria), Il dono, 2003 (premiato a Annecy, Thessaloniki, Belfort, Mons, Tiburon, Spalato, Bellaria, Varsavia), Le quattro volte, 2010, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Cannes, è stato premiato nei festival di Cannes, Monaco, Sant’Arcangelo di Romagna, Bobbio, Annecy, Reykjavík.

Michael Jakob è professore di Storia e teoria del paesaggio a Hepia (Ginevra) e di Letteratura comparata presso l'Università di Grenoble. È fondatore e direttore della rivista di letteratura comparata COMPAR(A)ISON e il redattore capo di Di monte in monte, una serie di libri sulla cultura di montagna (Edizioni Tararà, Verbania). Ha prodotto diversi documentari per la televisione e ha una lunga esperienza come giornalista radiofonico. Tra le sue pubblicazioni Le Paysage, Infolio, Gollion 2008 (in italiano: Il paesaggio, Il Mulino 2009), Il giardino allo specchio. Percorsi tra pittura, cinema e fotografia, Bollati Boringhieri 2009 (in francese: Le jardin et les arts, Infolio, Gollion 2009; in spagnolo: El Jardín y la representación, Siruela 2010); 100 Paysages, Infolio, Gollion 2011.

 

Paesaggio mediterraneo, paesaggio alpino: conflitti, fratture e fusioni
Incontro con Michelangelo Sabatino e Jean-Francois Lejeune

Mar 25 giu / 2013 / h 18.00
Riva del Garda | Museo

Esiste un confine certo del Mediterraneo? La domanda è da sempre attuale e le risposte sono molteplici. Tra quelle più suggestive e indagate anche dalla critica recente, la produzione di architetture dai segni e forme “mediterranee”, rintracciabili sia nelle opere dei finnici, come Aalto o Asplund, che in quelle di Le Corbusier o Libera. L’osservatore si ritrova di fronte alla domanda di come, nella costruzione del paesaggio moderno, abbia contribuito – e segua – il mito del Mediterraneo. Tra maestri alpini e mediterranei si snoda un affascinante “filo azzurro” che descrive un itinerario tra architettura e paesaggio di grande suggestione e forza espressiva, alla ricerca di una matrice comune tra storie e geografie differenti.


Michelangelo Sabatino, docente all'Università di Houston, è architetto, critico, educatore e storico la cui ricerca esplora l'intersezione di storia intellettuale e cultura materiale nell'architettura moderna e contemporanea, nel design e nell'urbanistica. Sono numerosi i suoi progetti in fieri tra cui il volume Forms of Spirituality: Modernist Architecture and Landscape in New Harmony, co-edited with Ben Nicholson. Tra le sue più recenti pubblicazioni Pride in Modesty: Modernist Architecture and the Vernacular Tradition in Italy, University of Toronto Press 2010, Modern Architecture and the Mediterranean: Vernacular Dialogues and Contested Identities, Routledge 2010.

Jean-Francois Lejeune, è un architetto belga, professore e direttore della Graduate Studies School of Architecture Miami (USA).Dal 1987 insegna all'Università di Miami ed ha ottenuto borse di studio dalla Graham Foundation for Advanced Studies in the Arts, dalla Wolfsonian-FIU, dal Florida Humanities Council e dalla Fondazione CE.S.A.R. di Roma. È stato insignito di vari riconoscimenti tra cui il premio del Provost nel 2004 e con le sue pubblicazioni si è occupato di progettazione urbana a Miami, della modernità del XX secolo in America Latina (architettura e urbanistica); di de-urbanizzazione tra le due Guerre mondiali in Italia, Spagna e Germania.

 

A Rovereto, il MAG è coinvolto nella realizzazione della mostra del fotografo Daniele De Lonti "Un viaggio in Italia", che sarà allestita nel mezzanino del Mart.

Un viaggio in Italia
Fotografie di Daniele De Lonti

Mar 4 giu - Dom 30 giu / 2013
Rovereto | Mart, mezzanino

Scrive De Lonti: “Era una giornata calda del 1991, seduto al tavolo di un bar aspettavo, con Luigi Ghirri, il passaggio del Giro d’Italia e insieme a noi, a piccoli gruppi, alcune persone attendevano in una dimensione sospesa del tempo. Dall’altra parte della strada, la Reggia di Colorno avvolta dalla luce di un caldo giorno di maggio. La quiete è rotta improvvisamente dalla carovana che precede il giro, venditori d’ogni tipo e slogan pubblicitari, appaiono riempiendo lo spazio sonoro e la strada. Una moltitudine di persone si accalca ai lati della strada, poi in un turbinio di colori i ciclisti, il gruppo è passato, l’evento è compiuto, i marciapiedi tornano alla loro naturale quotidianità e sullo sfondo la Reggia di Colorno, indifferente riflette la luce di maggio”. Scaturisce da questa prima visione la bella mostra fotografica che pone al centro il paesaggio del Giro e soprattutto la massa informe del gruppo di ciclisti che attraversa un territorio che non vede, forse intuisce. Questi scenari che fanno da sfondo agli sportivi in gara diventano l’oggetto di una straordinaria indagine per immagini: centri urbani, periferie, zone industriali, pianure, montagne, fiumi e mare…

Daniele De Lonti scopre la fotografia con Aldo Bonasia e si forma alla Civica Scuola di Fotografia di Milano con Giovanni Chiaramonte del quale diventa assistente. Nel 1987 l’incontro con Luigi Ghirri col quale lavorerà fino al 1992, quando inizia un percorso di ricerca autonomo. Numerosi i suoi lavori tra cui ricordiamo la partecipazione ad alcuni progetti di ricerca sul territorio: Archivio dello spazio (Provincia di Milano), S.S. 63 (Linea di confine R.E.), Da Guarene all’Etna (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Viaggio in Italia, a cura di C. Repetto, In-Giro, a cura di W. Guadagnini e F. la Rosa (Galleria Arte & arte, Bologna).

 

 

 
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