Irredentismo e processi di trasformazione urbana. Il caso di Riva del Garda (1853 - 1905)
L' occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia ha favorito un riesame complessivo della storia postunitaria. La rivista «Storia urbana» affronta il fenomeno attraverso la storia di alcuni centri italiani di dimensione diversa ma egualmente interessati a una trasformazione urbana improntata alla formazione di un'identità italiana.
Il caso di Riva del Garda diviene emblematico grazie all'attività del podestà di fede irredentistica, l'avvocato Luigi Antonio Baruffaldi, più volte podestà della sua città ma soprattutto dal 1856 conservatore dell'i.r. Commissione centrale di Vienna per l'indagine e la conservazione dei monumenti, nonchè abile restauratore e studioso delle vicende storiche. Per merito del Baruffaldi le trasformazioni urbanistiche trasmettono alla città un carattere peculiare, chiamando a collaborare la borghesia cittadina in un disegno nazionale e progressista di ampio respiro. Italianità e progresso vanno a braccetto nel dibattito apertosi a Riva del Garda nel secondo Ottocento in merito all'intervento di restauro cittadino.
La tesi di laurea in architettura di Barbara Scala, «Riva città gagliarda, città cortese. Tutela e restauro nella Riva di Luigi Antonio Baruffaldi (1850-1905)», nel 2000 vincitrice del concorso dell'associazione Pinter, è alla base del saggio in oggetto che appare nel volume di «Storia urbana» insieme ad altre importanti città italiane quali Milano, Genova, Venezia, Brescia, Torino, Roma, Benevento, Messina.
Riva del Garda, 11 giugno 2012
Uff.stampa