
Indagini archeologiche condotte a Riva del Garda nel corso del 2007 e della primavera del 2008, in un'area destinata alla costruzione di un albergo-garnì, hanno consentito di mettere in luce un vasto insediamento neolitico della Cultura dei vasi a bocca quadrata risalente alla metà del quinto millennio a.C. L'abitato preistorico si trovava nei pressi di un paleo-delta del fiume Sarca, non lontano dall'antica sponda del lago di Garda, in un'area già nota per la presenza di sepolture riferibili alla Cultura dei vasi a bocca quadrata e per il ritrovamento di numerose testimonianze di epoca romana.
Le evidenze archeologiche messe in luce in via Brione sono di straordinaria importanza scientifica perché hanno consentito per la prima volta di documentare stratigraficamente la presenza di un deposito neolitico nel territorio dell’Alto Garda. Finora le testimonianze più antiche, costituite dalle statue stele, risalivano infatti all’età del rame, ovvero al 3.000 a.C. Una scoperta importante anche per la considerevole estensione dell’abitato, rara nei ritrovamenti archeologici della zona, che è stato possibile ricostruire grazie ai numerosi e interessanti reperti recuperati.
La mostra presenta i primi risultati degli studi interdisciplinari in corso e una selezione dei reperti più significativi, con lo scopo di offrire al visitatore un quadro della preistoria rivana attraverso la ricostruzione del paesaggio antico, della cultura materiale, delle attività economiche e tecnologiche della comunità neolitica che era insediata alle falde del monte Brione. La posizione strategica del sito, nei pressi di antiche vie d'acqua, e il rinvenimento di materie prime e manufatti provenienti da lontano, suggeriscono che l'insediamento di via Brione si trovasse all’interno di un'ampia rete di contatti culturali e di circolazione di prodotti su lunga distanza, sia con i territori a nord delle Alpi, sia con quelli dell'area padana e peninsulare.