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Conferenza
La villa di Toscolano-Maderno: gli ultimi scavi (2009-2010)
I venerdì dell'archeologia
Sala Conferenze, Rocca - Riva del Garda
Freitag, 8 Juni 2012 ore 20:30
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Toscolano Maderno: area archeologica della villa romana dei Nonii Arii
(fotografia dal sito del MiBAC www.beniculturali.it)

I venerdì dell'archeologia
Venerdì 8 giugno 2012
ore 20.30 - Sala conferenze - Rocca



La villa di Toscolano-Maderno: gli ultimi scavi (2009-2010)
dott.ssa Elisabetta Roffia (Ministero per i Beni e le Attività Culturali)


Apertura serale del museo dalle 19.00 alle 23.30

 

La villa romana dei Nonii Arrii a Toscolano Maderno: gli ultimi scavi

A Toscolano Maderno, grazie a un progetto finanziato da Regione Lombardia, Comune, Fondazione Cariplo e Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, sono stati effettuati nel 2009-2010 nuovi lavori di scavo e di restauro nel complesso archeologico della villa romana dei Nonii Arrii. Con la creazione di una nuova copertura e di un percorso di visita si è resa finalmente possibile la fruizione al pubblico di una parte della villa. A breve dovrebbero riprendere i lavori di completamento della valorizzazione del settore orientale, situato a brevissima distanza dal lago, così da aprire integralmente al pubblico un’area archeologica di oltre 2.200 metri quadrati.
L’area archeologica è situata all’interno di un uliveto che copriva sino all’inizio del secolo scorso tutta questa parte della penisola. Si accede al sito dal Piazzale di S. Maria del Benaco, posto fra la Parrocchiale di S. Pietro e Paolo e la Cartiera.
I primi ritrovamenti archeologici nell’area della villa di Toscolano risalgono al XV e XVI secolo; alla fine dell’Ottocento furono eseguiti scavi estesi, poi reinterrati.
La villa apparteneva probabilmente ai Nonii, una delle più importanti e influenti famiglie bresciane, che aveva interessi economici e vaste proprietà nella zona del lago e nel vicino territorio collinare e montano. Grazie a un’iscrizione rinvenuta nell’area della villa, è stata attribuita a Marco Nonio Macrino, console nel 154, proconsole d’Asia nel 170-171, legatus e comes dell’imperatore Marco Aurelio. Si tratta pertanto, fra le ville gardesane, dell’unico caso in cui è stato possibile identificare con pochi margini di dubbio il proprietario, almeno nella fase di II secolo d.C., benché l’edificio anche successivamente può ben essere rimasto di proprietà della ricca e potente famiglia bresciana.
Anche se scavata solo parzialmente, la villa risulta oggi già leggibile nel suo impianto planimetrico generale. Disposta parallelamente alla linea di costa, si doveva presentare con una loggia frontale sul lato orientale, quello rivolto verso il lago e con avancorpi sui due lati nord e sud. Costruita nel I secolo d.C., subì interventi e trasformazioni nei secoli successivi sino all’inizio del V secolo d.C., con almeno due fasi di grande rilevanza databili alla prima metà del II secolo e alla prima metà del IV secolo d.C.
Anche gli scavi più recenti, effettuati nel 2009-2010, hanno confermato le diverse fasi costruttive della villa che conservò  sino al momento della distruzione aspetti propri di un edificio di grande lusso. Sono stati messi in luce diversi ambienti, fra cui alcuni riferibili al settore termale. Un grande vano, di cui si conservano in alzato le pareti dipinte con pannelli a finto marmo, appartiene alla fase di IV secolo e dimostra ancora in questo periodo la grande ricchezza dell’edificio.

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