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Nuovi sguardi gardesani. Edoardo Delille, Gabriele Galimberti, Paolo Woods
A cura di Giovanna Calvenzi
MAG Riva del Garda, Museo
Fino al 7 gennaio 2018
Inaugurazione: venerdì 30 giugno | ore 21.00
+10

Paolo Woods, Spade d'ombra, 2017 (particolare)

A dieci anni dall'ultima campagna fotografica di Sguardi Gardesani, il MAG propone un nuovo progetto pluriennale sulla fotografia d'autore volta a indagare il paesaggio contemporaneo nella zona del lago di Garda.
Con i lavori di Edoardo Delille, Gabriele Galimberti e Paolo Woods, il MAG inaugura un nuovo percorso espositivo ed editoriale, chiamato per continuità con l'esperienza stessa del museo Nuovi sguardi gardesani, curato dalla storica della fotografia e photo-editor Giovanna Calvenzi.

Sguardi Gardesani è stato un progetto del Museo Civico di Riva del Garda (oggi MAG Museo Alto Garda) che ha prodotto nel corso del decennio a cavallo tra il Novecento e il Duemila cinque mostre e altrettante pubblicazioni. Dal 1997 al 2007 sono stati invitati, per le cinque edizioni realizzate, dieci fotografi di fama internazionale i quali, in un confronto a due, hanno documentato e indagato attraverso le loro visioni diversi aspetti del paesaggio gardesano. Nell'ordine, Gabriele Basilico e Massimo Vitali, John Davies e Martin Parr, Vincenzo Castella e Toni Thorimbert, Jordi Bernadó e Luca Campigotto, Mimmo Jodice e Bernard Plossu.

L'idea di riprendere, attualizzandolo in questo secondo decennio del nuovo millennio, il progetto Sguardi Gardesani (denominandolo non a caso Nuovi sguardi gardesani), si inserisce nel percorso di indagine mai interrotto del MAG sul paesaggio attraverso la produzione artistica da parte di autori contemporanei, i quali ne sappiano cogliere e interpretare le possibili declinazioni e visioni.

La ricerca dei tre fotografi proposti da Giovanna Calvenzi per il primo ciclo dei Nuovi sguardi gardesani ha prodotto tre personali narrazioni del paesaggio umano e naturale dell'Alto Garda, frutto delle diverse suggestioni individuali e professionali di ognuno. I lavori di Delille, Galimberti e Woods si traducono infatti in inattese iconografie dei paesaggi, indagati in profondità, che  aprono a nuovi sguardi e prospettive sugli istanti fermati negli scatti fotografici, di cui riferisce nel seguente testo la curatrice stessa.

«L’indagine del territorio, nell’edizione 2017 dei Nuovi sguardi gardesani, è stata affidata a tre autori che fanno parte del collettivo Riverboom, non nuovi a raccontare e a mettere a confronto la vita e i paesaggi di Paesi diversi e lontani. Con sguardo allegro, disincantato, ironico, contemplativo, a seconda dei luoghi, delle intenzioni, delle finalità. Per questo progetto hanno deciso tuttavia di non lavorare insieme e hanno scelto tre diversi itinerari.
Edoardo Delille ha messo al centro della sua esperienza fotografica il lago di Garda e i suoi frequentatori. Protagoniste del suo lavoro dal titolo Full Immersion sono l’esperienza fisica dell’immersione e l’attesa dell’impatto con l’acqua, affrontate con la collaborazione dei bagnanti che hanno condiviso le sue sperimentazioni visive.
Con Vista lago, Gabriele Galimberti ha messo in scena una rappresentazione quasi teatrale nella quale reali agenti immobiliari lo hanno accompagnato a visitare gli appartamenti che vengono offerti ai turisti e che garantiscono la possibilità, appunto, di vedere almeno un pezzetto di lago.
Paolo Woods, incuriosito dal luogo comune che vuole che gli abitanti di Riva, per la connotazione del territorio, non vedano né albe né tramonti, ha fotografato il paesaggio dall’alto, affascinato dalle “spade d’ombra” (titolo anche della sua ricerca) che sezionano la visione e disegnano sul paesaggio due campiture nette, di ombra e di luce.
Se nei loro progetti precedenti il linguaggio utilizzato dai tre autori tendeva a essere simile, in un dialogo di visioni e di punti di vista, sul Garda ognuno ha scelto un diverso modo di raccontare. Le immagini di Edoardo Delille si concentrano sulla sospensione e sul ritratto, giocano sulla complicità con i suoi soggetti. Gabriele Galimberti utilizza il linguaggio della fotografia di interni per mettere in scena una rappresentazione nella quale il lago e gli agenti immobiliari si contendono il ruolo di protagonista. Paolo Woods realizza immagini secondo la lezione classica della fotografia di paesaggio in grande formato, nella quale i dettagli, nitidissimi, sono da scoprire nelle zone coperte dall’ombra che come una spada sembra sezionare le vallate. Il loro contributo ci regala modi nuovi e diversi di leggere il territorio, ci aiuta a vedere quello che quotidianamente non vediamo, ci insegna anche a sorridere di quello che osserviamo attorno a noi.»
Giovanna Calvenzi, 2017

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