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Capolavori Sacri sul Garda fra Sei e Settecento
MAG Riva del Garda, Museo
Fino al 1 novembre 2009
Il dipartimento storico-artistico, nell’ambito delle sue iniziative volte a valorizzare il patrimonio figurativo del territorio, organizza una mostra dedicata alla pittura religiosa in area gardesana tra Sei e Settecento a cura di Marina Botteri, Sergio Marinelli, Mariolina Olivari e in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni storico-artistici della Provincia autonoma di Trento.
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Madonna

L’esposizione intende illustrare la produzione degli artisti operanti sulle sponde del lago, approfondendo lo studio della loro attività e della committenza che sottende alla loro opera al fine di offrire nuovi itinerari di lettura, non solo dei paesaggi artistici ma anche di quelli naturali. L’esposizione prevede la presenza di circa 30 opere realizzate per le chiese del territorio da grandi autori fra i quali Palma il Giovane, Bernardo Strozzi, Pietro Ricchi, Carl Loth, Andrea Celesti e Giandomenico Cignaroli. La particolare posizione geografica del Basso Sarca e l’avvicendarsi di dominazioni politiche che ne legarono la storia a quella degli stati confinanti hanno consentito il sedimentarsi di molteplici e ricchi fenomeni culturali che ne caratterizzano la peculiarità. Il Sommolago infatti si caratterizza come un ambiente culturale molto ricco di presenze provenienti dalle aree regionali confinanti, chiamate a decorare chiese ed a lavorare per i privati.

Questo fenomeno appare evidente soprattutto dopo la peste del 1630 che, come già era successo in Lombardia, aveva sterminato la gran parte degli artisti locali. Pittori provenienti soprattutto da fuori regione contribuirono alla rielaborazione del sistema figurativo chiesastico sul Garda con nuove iconografie aderenti agli eventi drammatici del periodo. In questo contesto si inserisce la figura di Pietro Ricchi (1604 - 1676) l’estroso ed errabondo artista lucchese che giunto a Brescia, dopo il soggiorno francese, risale il Garda per fare fronte ai numerosi incarichi che gli provengono dalle valli circostanti, operando quindi anche a Riva ed in Trentino con risultati straordinari che improntarono la pittura dell'epoca e i successivi sviluppi.

Alla presenza della famiglia Madruzzo a Riva del Garda è legata la Chiesa dell’Inviolata, capolavoro dell’arte barocca, per la quale vennero chiamati ad operare, accanto al Ricchi, Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (1548 ca. - 1628) e Martino Teofilo Polacco (1570 - 1639). La consonanza di gusto e di scelte sulle sponde del Garda nei secoli XVII e XVIII è rintracciabile nella presenza dei numerosi capolavori che andarono ad arricchire il patrimonio chiesastico locale, spesso ubicato in contesti paesaggistici di straordinaria forza attrattiva. Ne sono pregiati esempi la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Toscolano, il duomo di Salò e quello di Desenzano. A Toscolano si segnala la presenza degli imponenti teleri di Andrea Celesti (1637 - 1612) che, con il suo personalissimo linguaggio pittorico, riuscì a mobilitare un ambiente tradizionale e conservatore, fungendo da elemento di passaggio da una cultura figurativa barocca ad un Rococò classico. A Salò sono conservate opere del Palma e del suo più prolifico interprete sulla riviera gardesana, Andrea Bertanza (notizie 1604 - 1630), mentre a Desenzano si può ammirare, accanto agli autori già citati, l’Ultima cena di Giambattista Tiepolo (1698 - 1770). Nel corso del XVIII secolo l’accoglimento della pittura veneta in area bresciana si integra con le proposte artistiche provenienti dall’ambiente accademico di Verona, dove nel 1764 era stata riconosciuta l’Accademia di pittura e scultura che riuniva ufficialmente tutte le scuole private allora operanti in città. Promotore dell'Accademia fu Giambettino Cignaroli (1706 - 1770) nella cui pittura, tecnicamente perfetta, convergono istanze classiciste che si vivacizzano in ambientazioni sceniche movimentate, e la cui attività da Verona si estese a Bergamo, Brescia, la valle dell'Adige e le coste gardesane. Tele esemplari della sua espressività sono quelle da lui eseguite per la parrocchale di Torbole, Martirio di Sant’Andrea (1742), e quella di Riva, La Madonna con il Bambino e i Santi bartolomeo e Vincenzo Ferreri (1744 ca.).

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