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Roger Ballen
MAG Riva del Garda, Museo
Fino al 29 agosto 2010
Al MAG arriva Roger Ballen: la seconda mostra della programmazione 2010, di stanza alla Rocca di Riva del Garda, propone una quarantina di opere provenienti dai tre celebri cicli «Outland», «Shadow Chamber» e «Boarding House». Il Museo Alto Garda propone una selezione di celebri fotografie del singolare artista statunitense scelte per la capacità di narrazione. La mostra - dal titolo «Storie» e a cura di Giovanna Nicoletti - s’inaugura sabato 26 giugno e rimane aperta fino al 29 agosto. Con ingresso libero.
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Innocence

Roger Ballen (New York, 1950) ha esposto in prestigiose gallerie e in musei di tutto il mondo, ricevendo il premio al Festival «Photoespana» come miglior edizione di fotografia dell’anno, una menzione speciale dall’Unicef e un altro premio come miglior fotografo dell’anno al Festival di Fotografia di Arles. Inoltre, nel 2007 ha vinto il premio «Omaggio a Federico Vender» della Galleria Civica di Arco, la quale ora prosegue la propria indagine sul tema del paesaggio affidandosi proprio all’artista statunitense. Per il MAG, dunque, un’incursione in una dimensione di paesaggio interiore e intima, quella particolarissima di Roger Ballen. «La fotografia di Roger Ballen rappresenta un viaggio amplificato - dice Giovanna Nicoletti - in cui immagini coinvolgenti e capaci di insiemi inattesi contengono diversi livelli di dettaglio. Inquadrature che nascono come quinte dove i protagonisti sono chiusi nei confini tra arte, rappresentazione fotografica e ambiente sociale».

La mostra è accompagnata da testi di Walter Guadagnini e di Giovanna Nicoletti. Cresciuto a New York in contatto con i più grandi nomi del panorama fotografico internazionale, Roger Ballen lascia gli States per approdare, all’inizio degli anni Ottanta, in Sud Africa, dove inizia il suo percorso espositivo. In vent’anni di lavoro, Ballen è passato da un approccio documentaristico a un’espressività decisamente soggettiva. I suoi scatti, sempre in bianco e nero, sono dei veri e propri tableaux vivants, con composizioni di oggetti, soggetti ed elementi grafici che esaltano ed esasperano il senso dell’immagine. Fotografie dirette, umoristiche, ma anche ciniche e brutali, sicuramente affascinanti, uniche e dense di significati. Un linguaggio fotografico ai confini con l’arte che ricorre ad elementi scultorei, grafici e stratificati in tutte le immagini.

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