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Il bastione
Una fortezza veneziana sul Garda
MAG Riva del Garda, Museo
Until Saturday 31 October 2009
Il Bastione รจ tornato visitabile con l'inaugurazione della mostra temporanea ‘Il Bastione. Una fortezza veneziana sul Garda’ il 15 settembre a seguito del lungo intervento di restauro, eseguito per conto della Soprintendenza provinciale per i Beni Architettonici nel corso del 2006-2007.
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Il bastione di Riva del Garda

La mostra è stata curata dall'architetto Cinzia D'Agostino per la parte dei restauri e da Monica Ronchini, in collaborazione con Paola Maroni per la contestualizzazione storica. L'esposizione, per la parte tecnica relativa all'indagine scientifica per la realizzazione dell'intervento conservativo sul complesso, ha documentato le indagini preliminari che hanno sostenuto l'intervento e orientato le operazioni di restauro, realizzate nel rispetto di materiali e procedure di lavorazione originari.

Fra gli aspetti presentati in mostra ed emersi a termine dei lavori, che hanno visto la partecipazione di studiosi di diversa formazione, la presenza di un complesso murario antistante la fortezza, di un piccolo bastione a sud. In particolare è l’evoluzione elicoidale del torrione ad aver colpito l’attenzione degli studiosi che si sono applicati al restauro: visibile nell'iconografia storica, dall'affresco di Pietro Ricchi nella chiesa dell'Inviolata al quadro dell'arrivo delle truppe francesi nel 1703, il Bastione presentava un rialzamento dei parametri murari verso il lago, elemento che conferiva alla sua figura un aspetto asimmetrico, insolito per le torri.

Questa soluzione architettonica è senz’altro singolare, anche se dal restauro è emerso come essa fosse funzionale a facilitare l’accesso dei soldati all’ultimo livello per l’avvistamento sul lago. Il prof. Concina dell’Università di Venezia ha commentato il fatto definendolo un episodio singolare, ma comprensibile all’interno del ricco quadro dell’architettura militare del primo Cinquecento, in piena ripresa sotto la spinta dei nuovi conflitti europei e delle sollecitazioni teorico-pratiche che imponevano le innovazioni tecniche dell’arte bellica. Nella ricerca di soluzioni funzionali ed estetiche nello stesso tempo e prima ancora che si affermassero scelte costruttive orientate verso forme angolate, l’originalità della soluzione elicoidale appare così comprensibile e nello stesso tempo traccia dell’ingegnere-architetto che ne diresse i lavori a tutt’oggi ignoto.

L'esposizione ha rivelato altre particolarità della fortezza, costruita sfruttando le caratteristiche del luogo e a controllo delle principali vie di accesso da nord, come dimostra l'orientamento delle bocche da fuoco. I recenti studi hanno permesso di proporre alcune ipotesi di funzionalità degli spazi, attrezzati per far fronte non solo alle diverse necessità di difesa, ma anche alle esigenze di abitazione quotidiana dell’edificio: dalle canalette per lo scolo delle acque meteoriche dirette ad una cisterna, ad un forno e un otre per la raccolta dell’olio. Essenziale alla comprensione del Bastione nella sua struttura architettonica e nella sua connessione stretta con il territorio è il video realizzato dal dott. Luciano Pugliese, che attraverso uno studio attento dell’iconografia storica, dei risultati dei restauri e dei reperti riemersi, e utilizzando le tecniche di rappresentazione virtuale, dà visibilità alle ipotesi di configurazione iniziale della struttura e della sua posizione nello spazio abitato. In assenza di dati archivistici significativi, la sezione storica ha voluto portare l’attenzione sulla produzione iconografica dell’antica fortificazione, dalla quale emerge con chiarezza il singolare ‘legame’ fra il Bastione da un lato e il nucleo abitativo e il sistema difensivo della città dall’altro.

Non solo le prime rappresentazioni a mappa tracciano un’improbabile visione prospettica del territorio che ricomprende necessariamente la fortezza, pur isolata e inutilizzata, ma anche nelle descrizioni e operazioni di apprestamento del sistema difensivo vi era la percezione che il Bastione costituisse un elemento integrante del confine della città, a chiusura di una sorta di muro invisibile verso il lato meridionale, i cui altri punti apicali erano costituiti dalla Rocca e dalla Palada. Le fotografie storiche di fine Ottocento e inizio Novecento offrono un’altra immagine del Bastione, evanescente: da un lato testimoniano la fase di abbandono e degrado, iniziata con l’attacco del generale Vendôme nel 1703 e segnata da ripetuti crolli, dall’altro accentuano la percezione della sua decadenza, prodotta dagli eventi bellici e dal naturale degenerarsi del manufatto. In sintonia peraltro con un gusto romantico attento al recupero dei reperti del passato, traccia ineffabile e languida, sopravvissuta alla lontanza irreversibile degli eventi.

Un’ultima sezione è stata dedicata alla costruzione a inizio anni Cinquanta della seggiovia e dello Chalet, opere che mutarono profondamente l’immagine e la funzione del complesso, ma che restituirono al Bastione la sua originaria funzione di punto di osservazione privilegiato sul territorio, inserendosi così decisamente nella quotidianità e nell’immaginario vissuto dei cittadini rivani.

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